Alla base della pratica mindfulness c’è la relazione di connessione corpo-mente, ormai riconosciuta dalla scienza e validata soprattutto da quella branchia della medicina che prende il nome di PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia). Secondo la PNEI infatti, il corpo è visto come un’unità di sistemi (nervoso, endocrino, immunitario) che dialogano tra loro attraverso un continuo scambio di informazioni che partono dai neurotrasmettitori del cervello, attivati e stimolati da molteplici fattori psicologici, biologici e ambientali, a loro volta influenzati da altri messaggeri biochimici a livello degli altri organi e ghiandole del sistema immunitario ed endocrino.
Ciò che il corpo sente è influenzato dai pensieri e ciò che pensiamo è influenzato da ciò che accade nel corpo.
La mindfulness è in grado di riorganizzare le reti neurali per creare nuovi stati mentali e interrompere il circolo vizioso di risposta automatica allo stress, che induce risposte fisiologiche dannose per la salute dell’intero organismo e il benessere psicologico della persona.
Il concetto di “stress” è stato introdotto per la prima volta dal medico Hans Selye che lo definì: “la risposta dell’organismo umano ad uno o più eventi (stressor) che ne alterano l’equilibrio omeostatico; ogni tipo di sollecitazione si presenta come una richiesta di modifica dall’omeostasi che, indipendentemente dalla fonte, sia essa caratterizzata da stimoli fisici, chimici o psico-sociali, è sempre associata e mediata da reazioni emozionali”.
Quali sono le reazioni fisiologiche agli agenti “stressors”?
Ogni evento o situazione che viene vissuta da una persona come stressante, innesca all’interno dell’organismo una serie di reazioni fisiologiche, derivate dall’iperattivazione del sistema nervoso simpatico, deputato alle risposte di attacco-fuga in caso di minaccia e che, da un punto di vista evolutivo, permette la nostra sopravvivenza di fronte ai pericoli. Il sistema nervoso simpatico svolge quindi un’importante funzione protettiva, perchè ci permette di reagire e di farlo con prontezza. Quello che però non sa, è se la di minaccia che stiamo vivendo sia reale (una situazione di pericolo di vita) o se è solo il frutto di una sensazione emozionale a un evento (rabbia, paura, ansia, preoccupazione). Quello che sa, è che se la mente avverte la tensione, predispone il corpo per lo stato di allerta con una serie di azioni fisiologiche:
- aumenta la pressione del sangue perchè aumenta la frequenza cardiaca (le arterie si restringono e le vene si dilatano per aumentare il ritorno del sangue ai muscoli)
- aumenta la respirazione e l’apertura delle vie aeree per aumentare l’apporto di ossigeno
- diminuisce l’apporto di sangue al sistema digerente e ai reni per risparmiare il sangue nei sistemi non immediatamente necessari. La digestione rallenta o si ferma in modo considerevole, la bocca si secca
- si riducono i vasi che irrorano la pelle per prevenire perdite di sangue in caso di ferite, ecco perchè si diventa pallidi
- aumenta la densità del sangue per prevenire e arrestare emorragie
- aumenta la sudorazione per regolare la temperatura del corpo durante lo sforzo muscolare. I pori si dilatano per fare da refrigerante attraverso il sudore a un corpo surriscaldato
- aumenta la metabolizzazione delle cellule grasse e del glucosio nel sangue, per produrre energia subito disponibile
- aumenta il lavoro delle cellule immunitarie, che sono pronte per combattere eventuali invasori (virus, batteri patogeni)
A livello del sistema nervoso si innesca il rilascio di alcuni neurotrasmettitori ed ormoni:
- adrenalina (o epinefrina), che attiva le risposte immediate dell’organismo alla difesa
- cortisolo, che è coinvolto nella risposta allo stress e ha il compito di prelevare risorse ed energie dai sistemi dell’organismo e mobilitarli in funzione della risposta allo stress
Quando la reazione allo stress non è funzionale e utile, l’organismo subisce un aumento di eccitazione senza avere poi un adeguato scarico fisico perchè la carica emotiva viene trattenuta all’interno, manca quindi la fase che consente il recupero.
La fase di riposo è fondamentale per far tornare l’organismo nella condizione di omeostasi, il sistema nervoso simpatico si disattiva mente si attiva quello parasimpatico:
- i muscoli si rilassano
- la pressione si abbassa e il battito si regolarizza
- il sangue si distribuisce in tutto corpo
- tutto l’organismo recupera l’energia spesa
Perchè è dannoso lo stress?
Lo stress è dannoso perchè porta a cronicizzare gli stimoli derivanti dall’attivazione del sistema simpatico, e quindi avviene un continuo rilascio di cortisolo. Il corpo entra in uno stato di sovraccarico iperadrenalinico che diventa una condizione di normalità e porta a:
- ansia/nervosismo/depressione
- palpitazioni
- tensioni muscolari
- ipertensione
- indebolimento del sistema immunitario
- mal di testa
- disturbi digestivi
- stato infiammatorio generale (dolori articolari)
Quando il corpo arriva all’esaurimento fisiologico si entra nella condizione di carico allostatico, derivato da un periodo prolungato di iperattivazione della risposta allo stress.
Attraverso la pratica della consapevolezza, è possibile:
- abbassare il livello di stress
- cambiare approccio verso la risposta agli stressors
- arrestare gli effetti negativi del ciclo della reattività
- rispondere allo stress e non reagire ad esso
Stare nel presente permette di vedere e saper riconoscere gli stress reali da quelli immaginari.